Pronti a partire

21 Mag

( Non ) è finita!

12 Set

Parma, Cremona, Piacenza, Lodi, Pavia, Milano e Monza sono le ultime province attraversate, proprio 110 ( di più non sappiamo contare ). Entriamo per un attimo il Lombardia scavalcando il Po per un lungo ponte che porta a Cremona, poi torniamo a Piacenza, ultima provincia emiliana; ancora una sagra, stavolta dell’asino che non è troppo felice di partecipare.

Lodi

 Ormai i km scorrono velocemente sulla pianura, il vero problema è il traffico, mentre il tempo ci assiste.

Sono anche i giorni del rientro a scuola, altro caos. a Parma c’è il festival del crudo, non ci facciamo pregare per fermarci, anzi tiriamo il freno a mano.

Scorriamo Lodi e Pavia visitandone i centri storici, nel fine settimana  è tutto più tranquillo; ci scappa pure un bel bagno ne Po vicino al ponte vecchio di Pavia, piuttosto forte la corrente. Con noi, incontriamo un ragazzo tedesco pure lui in bici, ma ben più carico, sta girando l’Europa ed adesso sale per la Svizzera, prima di tornare a casa.

Con il ciclista tedesco a Pavia

 Piazza la sua tenda in riva al fiume mentre andiamo a visitare il centro città; più tardi ci troviamo un altro posto per dormire, lungo l’argine significa fare da bersaglio alle zanzare e compagnia varia: ogni passo nell’erba fa decollare decine di insetti. Non che il nuovo posto sia eccellente, ma molto meglio, caso mai la sirena della vicina caserma dei pompieri. Ma va bene perché dovrebbe essere l’ultima notte all’addiaccio.

Raggiungiamo piazza Duomo a Milano facilmente,  pensavamo peggio, così pure per Monza, solo un interminabile numero di semafori.

In galleria Vittorio Emanuele

Monza 110, è stata lei l’ultimo capoluogo di provincia, dopo circa 8800 km e poco meno di 90 gg;  adesso torniamo a casa e vogliono abolirle, chiederemo i danni.

Siamo alle ultime fatiche veramente, approdati a casa avremo il tempo di fare un resoconto di questo viaggio il lungo e in largo per l’Italia: persone incontrate, luoghi visitati, cultura e storia e quant’altro.

Diamo i numeri:

– Km percorsi:     quasi 8900

-Quota massima: Passo dello Stelvio 2758 mt

-Quota minima: il mare! anche -30 cm se si tiene conto delle nostre capacità subacque

-Tappa più lunga: 160 km

-Temperatura massima: almeno 41° gradi al sud

-Temperatura minima: 6-7 gradi allo Stelvio

-Peso veicolo: da 30 a 33 kg, bici + bagaglio

-Giorni di pausa completa: 6 giorni

-Forature: 9

-Raggi rotti: 5 di cui 1 ancora in attesa di riparazione

-Gomme consumate: 1 cambio dopo 3000 km, ma erano anche brutte

-Birra bevuta: ???? dato non pervenuto; poca a quanto pare ( Fonte Ciclo-ciòc )

-Sudore prodotto: molto, più della birra di sicuro

-Lavaggio decente della biancheria: poche volte

-Gallerie percorse: molte, di cui varie buie con ostacoli vari

-Animali spiaccicati ( da altri veicoli ): molti, istrice e nutria compresa

L’avventura, almeno la parte fisica, è finita. Restano alcune formalita

Ciao a tutti Ugo e Manuel

Riciclo artistico biciclette

Lunga e diritta correva la strada

10 Set

Laddove i colli e le curve sono sostituiti da cavalcavia e rettilinei della pianura padana, si riposa, ma tutto sommato, quasi meglio gli sperduti appennini dove non passa nessuna, qui il traffico, invece…

Siamo in una regione dove i suoi capoluoghi sono piuttosto ciclabili, e lo si nota per l’attenzione rivolta alle biciclette, Ferrara ne e’ poi la ‘capitale’

Ferrara

 Ferrara citta’ ciclabile ed uno dei massimi centri italiani del Rinascimento, oltre che nella lista dei patrimoni UNESCO. A testimonianza della sua natura sportiva,  il 24 e 25 settembre si festeggiano i 10 anni di ‘Destra Po’, la ciclovia lungo il corso del Po che con i suoi 120 km e’ una della piu’ lunghe in Italia www.ferrarainfo.com/10destrapo

Ferrara citta' del Rinascimento

Qualche bici parcheggiata

Attraversiamo Bologna e Modena per arrivare a Reggio Emilia, sono tutte in fila sulla Via Emilia. Reggio, citta’ del Tricolore istituito da 110 deputati, come le province

Reggio Emilia citta' del Tricolore

ma anche delle sagre, cosa che speravamo di incontrare maggiormente. Ma e’ andata bene anche con poche, poche ma buone, si dice. Abbiamo incontrato gente accogliente, incuoriosita e sportiva, non si sa mai che abbiamo fatto venir voglia a qualcuno di pedalare in modo ‘strano’

Alla sagra

 Poi per Parma, come non fermarsi per qualche fetta di Crudo con Lambrusco fresco…

Buon appetito

Siamo diretti verso Cremona, e poi le ultime province, Ferrara e’ stata la numero 100. Ormai la prendiamo con piu’ calma anche perche’ il sole si fa ancora sentire.

Ciao a tutti Ugo e Manuel



Piadina e Lambrusco

7 Set

Partiamo verso l’interno per Perugia sapendo che sono gli ultimo sforzi importanti, bisogna affrontare ancora una volta gli Appennini verso l’interno, ed ancora per tornare sulla costa; Siena è forse l’esempio più noto di saliscendi, ma le Marche non sono da meno con Umbria ed Abruzzo, anzi…cosa che abbiamo imparato per bene.

Vittorio Emanuele II a Perugia

Piazza IV Novembre (PG)

Perugia si trova arroccata su un colle con salite di tutto rispetto per raggiungerla, ma ne vale la pena. Meglio ancora la vicina Assisi, città unica, nel suo fascino, visitarla è un continuo passaggio in viette. E’ anche un punto molto panoramico sull’ampia vallata.

Ad Assisi

Gubbio, invece, sembra più isolata, ma non per questo priva di attrattiva, qui ci si sfida ancora a colpi di balestra. Poco riposo, oggi, vogliamo raggiungere almeno Urbino, sono ancora poco più di 50 km in valli e territori poco abitati.

Gubbio

 Lasciamo la valle Eugubina percorrendo la statale della Contessa che, in qualche modo, si ricollega alla SS3 Flaminia. Arrivare ad Urbino, è in salita, tanto per cambiare, ma lo sforzo è ripagato dalla vista dei molti edifici storici come il Palazzo Ducale e le sue caratteristiche torri rotonde e appuntite.

Palazzo Ducale Urbino

Sappiamo che ora, il più è fatto, toccando Pesaro, ci aspettano i rettilinei pianeggianti della pianura Padana, cosa che non fa male.

Siamo in terra romagnola. Nel nostro viaggio, a Marsala avevamo incontrato dei ragazzi della zona in giro con il loro furgone, sembrava lo Scooby-doo Wagon, ci siamo lasciati con la promessa di incontrarci nella loro zona visto che Cesena fa provincia. Detto fatto, siamo passati a trovare chi non era bloccato da impegni, punto di ritrovo al Plaza Cafè vicino alla stazione di Cesena, non ci aspettavano sicuramente, soprattutto senza avvisare.

L'incontro al Plaza Cafe'

Ci siamo fermati un po’ a parlare ed ha scroccare qualcosa ( ma va! ), qualche chiacchera con persone incuriosite e foto ricordo. E’ stato un piacevole incontro interrotto dagli impegni di ognuno, magari ripasseremo in futuro.

Ciao a tutto Ugo e Manuel

PS. Il nome corretto è “l’om di pipoc” per chiedere l’amicizia di questo artista e, no, le magliette già non profumano più.

PS2 Organizziamo l’arrivo a richiesta al miglior offerente, bar compresi

2 Euro Unita' d'Italia

Dai che non manca molto

4 Set

Sembra facile la risalita, perché adesso si sale…almeno questa è la teoria: ci hanno detto che l’Italia sarebbe stata in discesa verso sud! Come no, adesso sappiamo cosa ci aspetta per tornare a casa.

Vediamo all’orizzonte un’ampia pianura circondata da colli, per 25 km troviamo poco o niente. Al passo del Lupo entriamo in una galleria di circa 1200 mt. completamente buia, era meglio non abbandonare Lucera. Sopra le nostre teste, almeno un centinaio di pale eoliche, come non sfruttarle in questa zona, ma la galleria è totalmente buia! Ci bardiamo di luminare come non mai ed affrontiamo fiduciosi la galleria. Ugo ha la frontalina montanta posteriormente, ma dietro ci sono io: più che farsi vedere, mi acceca!! Fortunatamente, la SS 17 degli Appennini Abruzzesi non è molto trafficata.

Galleria buia con marmitta

 Buio totale, quando passa qualche veicolo è quasi una gioa, almeno illumina il percorso. A metà, pure una marmitta persa da non si sa quale veicolo che se la prendiamo…usciti è una gioa.

Da Lucera a Campobasso si attraversa la Puglia per arrivare in Molise, 80 km con pochi punti di ristoro, almeno a Campobasso troviamo conforto.

Campobasso

 Nel ripartire per Isernia, incontriamo Stefano, un simpatico ciclista che si sfoga per a situazione lavorativa che sta vivendo in Italia. Ci accompagna per certe strade che solo chi abita può conoscere, evitiamo alcune gallerie per tornare sulla ss 17, lo abbandoniamo poco prima del santuario dell’Addolorata non troppo lontano da Isernia. Avere l’appoggio della gente del posto non è uno degli investimenti migliori.

La nostra doccia

Dormiamo all’addiaccio, ma ormai è normale: quello che risparmiamo lo investiamo nel cibo. Raggiungiamo Isernia la mattina presto vestendoci delle nostre giacche, era un po’ che non faceva così “freddo”, ma siamo nascosti dalle alture circostanti che tardano l’arrivo del sole. Non siamo nemmeno eccessivamente lontani dal Gran Sasso e da Campo Imperatore, posti non troppo caldi. Siamo quasi più verso il tirreno, come ci suggerisce qualcuno, riamane qualche provincia nell’entroterra.

Raggiungere Chieti non è impresa facile, dobbiamo venire a patti con l’Appennino molisano e abruzzese. Per via di lavori alla viabilità, dobbiamo salire per la vecchia ss17 che sale e ci porta al passo di Rionero Sannitico dove si trova già uno svincolo per l’Aquila. Non è il punto più alto, dobbiamo raggingere i 1050 mt per arrivare al paese che da il nome al passo, dove ci ristoriamo.

A Rionero Sannitico

Poi si ridiscende in una vallata cambiando provincia per risalire a Roccaraso, nota località sciistica, fino a 1220 mt. Zone piuttosto isolate, non troppo lontane dai grandi paesi, però… Scolliniamo al passo delle cinque miglia, forse in ossequio alla lunghezza dell’altopiano, in effetti piuttosto lungo. Pochi saliscendi e poi una discesa di circa 10/12 km che ci porta in vista della pianura, davvero affascinante.

Passo delle 5 Miglia

In fondo, il porchettaro di turno ed una splendida fontana fresca.

Ormai è pianura, o non molto di più, ci dirigiamo verso Chieti e Pescara arrivando a percorrere la SS5 Tiburtina/Valeriana, mortacci degli antichi romani. Lungo la strada incontriamo una fantastica fontana con 4 bocche d’acqua, hanno trovato le persone giuste, un semi-ammollo è d’obbligo, quale rinfresco migliore. Arriviamo in vista di Chieti e la malediciamo per dove si trova sul colle, dopo due passi e quasi 150 Km sotto il sole e innumerevoli gallerie. Visitando la città, siamo di tutt’altro parere e lo merita. Scopriamo che in tempo romano, già contava 40.000 abitanti e Pescara doveva esserne il porto.

Quando c'è, bisogna approfittarne. Momenti di botep

 Difficoltà a trovare il posto letto di notte, che diventa un cantiere abbandonato. Poi si percorre Pescara ed il suo lungomare per raggiungere Teramo, all’ombra, o quasi, del Gran Sasso e della Majella; da qui la SS81 che ci porta ad Ascoli Piceno, dove si incontra ancora la Salaria SS4. Scopriamo che il mare, San Benedetto del Tronto, dista poco più di 20 km, l’ora è giusta e ci puntiamo diritto, dopo una visita in città.

Gli anticorpi lavorano per noi, ormai

Raggiungiamo un punto della litoranea fino a percorrere circa 167 km a fine giornata, gran movimento di turisti in questa zona. Stiamo accumulando fatica, ma si deve andare avanti. Oggi si tocca la nuova provincia di Fermo, veramente carina, arroccata su un colle, con una struttura che ricorda Città Alta Oggi non è giornata, stavamo puntando Ancona dimenticando Fermo e Macerata, cosa a cui rimediamo. Macerata, altra splendida città che merita di essere visitata, che ricalca la forma di Fermo, posizione dominante in vista della pianura. Ormai, la parte più difficoltosa dovrebbe essere Perugia per la sua posizione entroterra, ultima conquista interna.

Rimane il mare romagnolo per risalire il piatto della della pianura Padana, che ormai non fa male. La vera incognità rimane il tempo, che ormai sta cambiamndo, ma siamo anche a settembre, non si può pretendere troppo. Ma a questo punto, non rispondiamo più delle nostre azioni.

Ciao a tutti Ugo e Manuel. PS. Se aboliscono le province, chiediamo i danni, 100.000 euro a botta, altrimenti ci candidiamo e ci opponiamo a tutto. PS2. Andate su Facebook e chiedete amcizia a L’omdeipipocc.

Proverbio del giorno:

“Il lavoro nobilita l’uomo, ma quando diventa lavoro&lavoro&lavoro

l’uomo diventa schiacciato.

E non sempre dal bisogno,

ma spesso dall’avidità,  dall’invida, dal desiderio

da finte necessità che ci fanno trascurare

i doni più belli che ci circondano.”